mercoledì 18 luglio 2018

RECENSIONE DEL FILM "UNA NOTTE CON LA REGINA" (2015)

La vita di una principessa non è tutta rose e fiori, tra mancanza di libertà e il rispetto del protocollo. Lo sanno bene l'indimenticabile principessa Anna, interpretata dalla divina Audrey Hepburn in "Vacanze Romane" e anche la principessa Elizabeth, futura Regina d'Inghilterra, del film "Una notte con la regina".
Ora NON voglio assolutamente dire che "Una notte con la regina" è il nuovo "Vacanze Romane", ma ci sono delle similitudini, anche se in questa versione Elizabeth assomiglia pure ad alcune principesse Disney come Cenerentola (il padre le intima di tornare a casa a mezzanotte ma poi cambia idea e gli raccomanda di tornare all'una) e Rapunzel (per la sua voglia di libertà). Ma torniamo alle similitudini: se Anna-Audrey Hepburn stufa della rigida vita di corte decide di "evadere" per le strade di Roma, Elizabeth e sua sorella Margareth, dopo sei anni vissuti da "recluse" nel palazzo Reale a causa della guerra, ottengono il permesso di uscire la sera come due ragazze normali per andare in giro per Londra a festeggiare la vittoria della Seconda Guerra Mondiale, insieme al popolo (anzi non proprio ragazze normali perchè vengono scortate da due guardie!) ed Elizabeth scappa ma non di "sua volontà" per cercare la sua scatenata sorellina che si è persa nella "movida" londinese.
Qui s'imbatte in un sottoufficiale di guerra (Jack Reynor) che la porterà in salvo da vari pericoli (alcuni malintenzionati, quartieri malfamati e locali ambigui...) di una delle più folli notti di Londra proprio come Anna-Audrey Hepburn che s'imbatte nel giornalista a caccia di scoop interpretato da Gregory Peck. Io non mi sarei mai immaginata che nella notte dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale regnasse completamente il caos (la trama è in gran parte romanzata, ma si ispira a fatti reali, infatti le principesse, che allora avevano 14 e 19 anni, la sera dell'8 maggio 1945 uscirono scortate da Buckingham Palace alle ventidue e vi fecero ritorno verso l'una di notte dopo aver festeggiato e ballato). Una notte talmente movimentata, che per il titolo del film, secondo me il regista si è ispirato alla saga "Una Notte da Leoni" (anche se qui non siamo ai livelli dei film con Bradley Cooper, con una tigre nella vasca da bagno!). Comunque il film è molto carino e ho apprezzato molto questo ritratto della futura Regina d'Inghilterra diverso da come me l'immaginavo soprattutto caratterialmente (me l'aspettavo perfettina ed algida). La giovane Elizabeth, invece, dopo una iniziale serietà, si scioglie, balla, beve un intero boccale di birra, s'innamora (pur consapevole che da Regina sarà destinata ad un altro uomo e non potrà seguire il suo cuore) e vivrà una notte indimenticabile. Elizabeth è interpretata dalla bravissima attrice canadese Sarah Gadon, musa del regista David Cronenberg. Applausi anche ad Emily Watson, Rupert Everett (i genitori della Regina) e Bel Powley nei panni della ribelle e simpatica Margareth.
Ottima anche la ricostruzione degli ambienti, azzeccate le atmosfere degli anni '40 e bellissimi i costumi. "Una notte con la regina" è un delizioso film british da non perdere. VOTO 7

6 commenti:

  1. Sai che non conoscevo questo film?
    Grazie, adesso voglio assolutamente vederlo, hai scritto una presentazione fantastica!
    Un abbraccio.

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  2. L'ho visto per caso e mi è sembrato noioso e le due sorelle odiose.
    Margareth una demente senza cervello e Elisabeth una prepotente che pretende aiuto dal soldato e lo giudica con arroganza.
    Poi ho preferito fare bei sogni che farmi venire i nervi con il film.

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  3. Sai che non l'ho mai visto mi ha davvero incuriosito Sembra un film molto simpatico Grazie

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  4. Carino sì, ma davvero esagerato e troppo romanzato, tuttavia altresì simpatico e gradevole ;)

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  5. Grazie mille per avermi fatto conoscere questo film, che alla fine credo rappresenti un pò tutto quello che anche noi vorremmo vedere dell'austera Regina Elisabetta.
    Una donna, una donna come tutte le altre che oltre il rigido protocollo è capace di "lasciarsi andare".

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  6. Sai cosa faccio? Lo riguardo in lingua originale e magari lo apprezzo di più, perché il doppiaggio è il suo punto debole

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