mercoledì 29 dicembre 2021

QUANDO SISSI INCONTRA BRIDGERTON E 50 SFUMATURE DI GRIGIO: RECENSIONE DELLA PRIMA PUNTATA DELLA SERIE "SISSI" (2021)

Rimuovete dalla vostra mente la romantica e innocente Sissi interpretata dall'iconica Romy Schneider. La nuova Sissi, protagonista della serie omonima andata in onda ieri sera su Canale 5 con la prima puntata (sono sei episodi), è libera, vivace e fin troppo smaliziata.


Nella prima scena Sissi (Dominique Devenport) si dà piacere nella sua cameretta come Elisa nella scena d'apertura del film "La forma dell'acqua" di Guillermo Del Toro, ma Helene, sua sorella, interrompe il momento. Le due continuano il discorso hot a tavola e per non venire scoperte usano come metafora delle trote! In seguito la madre obbliga Sissi a seguire sua sorella Helene a Ischl, dove è previsto l'annuncio del suo fidanzamento con l'imperatore Franz (Jannik Schümann). Ma Franz rimane colpito da Sissi che a sua volta ricambia. Dopo una lite con la famiglia di lui, Sissi scappa a cavallo nella foresta. Franz la insegue e durante la discussione, con uno strattone, le lacera il vestito come hanno fatto le sorellastre con l'abito da ballo di Cenerentola (dovrebbe essere un vestito di buona fattura, invece a quanto pare è fatto di carta velina). Ma la scena più assurda è quando Sissi, dopo essersi fidanzata con Franz, sceglie come dama di compagnia Fanny, la prostituta con cui Franz ha passato la notte in un postribolo. Il motivo? Vuole avere delle lezioni di seduzione. Fanny quindi porta a palazzo dei sex toys e ne spaccia uno per un arricciacapelli (in stile "La Sirenetta"). Per concludere il tutto Helene regala a Sissi delle carte da gioco con le posizioni del kamasutra. Io mi aspettavo una serie in stile "Victoria" invece è la versione tedesca di "Bridgerton". È molto romanzata, le vicende storiche non sono in primo piano ed è un po' trash, però i costumi sono molto belli e la fotografia è magnifica.
 

Se cercate attinenza con i precedenti film di "Sissi" evitate questa miniserie, se volete farvi due risate di fronte a tutte queste esagerazioni ed incongruenze per l'epoca, provate a guardare questa versione un po' audace.

AVETE GUARDATO QUESTA PRIMA PUNTATA?

domenica 12 dicembre 2021

RECENSIONE DEL FILM "CRY MACHO" DIRETTO E CON PROTAGONISTA CLINT EASTWOOD

Sabato scorso sono andata al cinema (dopo anni!!) a vedere "Cry Macho", il trentanovesimo film diretto da Clint Eastwood.


La realizzazione di questa pellicola è stata molto travagliata: N. Richard Nash scrisse una sceneggiatura intitolata "Macho", ma la 20th Century Fox la rifiutò due volte. Allora Nash trasformò la sceneggiatura in un romanzo dal titolo "Cry Macho", pubblicato 1975. Dopo le critiche positive ricevute dal romanzo, Nash insistette per realizzare la sceneggiatura e molti attori erano candidati al ruolo da protagonista (tra cui proprio Clint che rifiutò per interpretare l'ispettore Callaghan). Il progetto però non venne mai realizzato. Molti anni dopo, nel 2020, proprio Clint decide di dirigere questo film, interpretando anche il protagonista. In "Cry Macho" il novantunenne Clint non dimostra affatto la sua età ed è sempre agile, infatti il co-protagonista del film gli dice: "Sei molto veloce per essere un vecchio." L'attore interpreta Mike Milo un anziano cowboy ed ex campione di rodeo (si è rotto la schiena a causa di una caduta), che accetta di fare un favore al suo amico ed ex datore di lavoro Howard (Dwight Yoakam): riportare a casa in Texas dal Messico suo figlio Rafo (il bravo Eduardo Minett), cresciuto in strada e maltrattato dalla madre alcolizzata. Il ragazzino di tredici anni non ha più fiducia di nessuno e il suo unico amico è un gallo da combattimento di colore nero con la cresta rossa di nome Macho, la vera rivelazione del film.


Mike rintraccia i due e non con poca difficoltà riuscirà a convincere Rafo a tornare a casa. Durante il tragitto saranno inseguiti dagli scagnozzi della mamma del ragazzino e durante la sosta obbligata in un paesino, Mike insegnerà a Rafo a cavalcare, domare i cavalli, a riconoscere le persone che valgono e che il machismo è sopravvalutato, mentre il ragazzino, a sua volta, salverà Mike dai suoi problemi di alcolismo e lo aiuterà a superare la perdita della moglie e del figlio. L'ambientazione, i costumi e i cavalli richiamano il genere western, per il resto il film coniuga il dramma e la commedia (ci sono diverse battute, la migliore è quando Mike si definisce Dottor Dolittle perché i messicani gli portano i loro animali bisognosi di cure) con il racconto di formazione e con una bella storia d’amore tra Mike e una tosta vedova messicana di nome Marta (Natalia Traven).
 

La storia è semplice, lineare e il lieto fine assicurato, è un film che mette di buonumore. Nella prima settimana di proiezione "Cry Macho" ha raggiunto il secondo posto al box office e attualmente è al quarto posto. Non è il miglior film di Eastwood, ma merita la visione.

VOTO 7  

Voi l'avete visto?